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Tra le 10 città europee con più italiani quattro città tedesche

I dati ISTAT sulle registrazioni consolari AIRE indicano Londra come la città europea con il maggior numero di italiani residenti, seguita da centri in Germania, Svizzera e altri paesi. Questa classifica si basa su iscrizioni presso consolati, che riflettono la comunità italiana ufficiale all’estero, con oltre la metà dei 6,3 milioni di italiani nel mondo in Europa.

​La Germania domina con quattro città nella top 10 grazie alla vecchia e ma anche alla nuova emigrazione (dati consolari aggiornati al 2024). Nota che i numeri esatti variano per consolato e non includono i non-registrati all’AIRE.

Ecco l’elenco delle principali città europee, ordinate per numero approssimativo di residenti italiani (in migliaia, basati su fonti ISTAT 2023-2024):

  • Londra (Regno Unito)​
  • Zurigo (Svizzera)​
  • Stoccarda (Germania)​
  • Francoforte (Germania)​
  • Colonia (Germania)​
  • Monaco di Baviera (Germania)​
  • Parigi (Francia)​
  • Charleroi (Belgio))​
  • Bruxelles (Belgio)​
  • Madrid (Spagna)​

Per dettagli aggiornati, consulta ISTAT.

Italiani all’estero: cresce l’esodo silenzioso mentre la politica guarda altrove

La diaspora invisibile: perché sempre più italiani scelgono di vivere all’estero

Mentre il dibattito politico resta concentrato sui flussi migratori in entrata, un altro movimento, spesso trascurato, continua a crescere in modo costante: quello degli italiani che scelgono di lasciare il Paese. Secondo il Rapporto Italiani nel Mondo 2025 della Fondazione Migrantes, presentato oggi, 11 novembre, a Roma, sono ormai circa 6,5 milioni i cittadini italiani residenti stabilmente all’estero.

Il dato, in continuo aumento, supera di oltre un milione quello degli stranieri regolarmente residenti in Italia. Un sorpasso simbolico ma significativo: mentre si discute di accoglienza e confini, l’Italia continua a perdere silenziosamente i propri talenti, giovani professionisti e famiglie che cercano all’estero opportunità di lavoro, servizi più efficienti o semplicemente migliori prospettive di vita.

Nel solo 2024, 123.376 persone si sono iscritte all’AIRE per espatrio, ben 34 mila in più rispetto all’anno precedente. L’incremento percentuale è del 38%, un livello che supera le ondate migratorie registrate negli anni più duri della pandemia e persino i picchi legati alla Brexit. Tra le destinazioni preferite restano Germania, Regno Unito, Spagna e Svizzera, seguite da Stati Uniti, Australia e paesi dell’America Latina.

Rispetto ai 53,5 milioni di residenti con cittadinanza italiana, significa che oggi quasi 12 italiani su 100 vivono oltre confine. Un dato che cala leggermente, al 10,9%, se si considera l’intera popolazione residente in Italia, inclusi gli stranieri. Tuttavia, dietro questi numeri si cela una tendenza strutturale: il saldo migratorio interno dell’Italia è sempre più negativo e coinvolge soprattutto i giovani tra i 25 e i 39 anni, molti dei quali laureati.

Dal Sud partono in molti, ma cresce anche la mobilità dalle regioni del Nord, segno che non si tratta più di una “fuga” dei soli territori periferici, bensì di una diaspora nazionale che interessa tutte le classi sociali. Non solo un fenomeno economico, ma anche culturale e identitario: chi parte spesso mantiene un legame forte con l’Italia, ma difficilmente trova motivi concreti per rientrare.

In un Paese che invecchia, il fenomeno dell’espatrio rischia di ampliare il divario generazionale e territoriale, minando la capacità del sistema produttivo di rinnovarsi. Mentre la politica continua a interrogarsi su “chi arriva”, forse è il momento di chiedersi con la stessa urgenza perché così tanti scelgono di “andare via”.

Per approfondire

Su questo tema, può risultare particolarmente utile la lettura del libro Stai fuori! Come il Belpaese spinge i giovani ad andare via di Alessandro Foti (Edizioni Dedalo). Un’analisi lucida e provocatoria che esplora le ragioni profonde dell’espatrio giovanile, tra disillusione, mancanza di prospettive e desiderio di riscatto.

“Stai fuori!” di Alessandro Foti: l’Italia che perde i suoi giovani

Analisi dettagliata e dati aggiornati sull’emigrazione italiana giovanile: perché sempre più italiani scelgono di vivere all’estero e le conseguenze per il futuro del Paese.

Il libro “Stai fuori! Come il Belpaese spinge i giovani ad andare via” di Alessandro Foti (palermitano emigrato a Berlino), pubblicato da Edizioni Dedalo, offre un’analisi profonda e personale di un fenomeno che sta svuotando l’Italia: l’emigrazione di massa, soprattutto giovanile, che negli ultimi anni ha assunto dimensioni allarmanti. Foti, ricercatore e neoemigrante, racconta con dati, numeri e testimonianze dirette come l’Italia sia diventata un paese poco attrattivo, non solo per i propri giovani qualificati, ma quasi inesistente come meta di immigrazione.

Secondo Foti, l’ondata emigratoria italiana dal 2011 al 2022 ha visto oltre un milione e 300 mila cancellazioni dall’anagrafe italiana, una cifra paragonabile ai flussi migratori degli anni ’70. Il fenomeno non riguarda più solo i giovani meno istruiti o provenienti dalle regioni più povere, ma include una quota significativa di laureati (circa la metà dei giovani emigrati tra i 20 e 37 anni), che lasciano il paese in cerca di meritocrazia, opportunità lavorative e ambienti di ricerca più stimolanti all’estero.

Foti documenta come la fuga dei cervelli non sia quindi solo un problema di mercato del lavoro, ma anche il sintomo di un sistema accademico chiuso, poco trasparente e clientelare, dove merito e competenze spesso non sono sufficienti a garantire crescita professionale e stabilità. Il libro cita il caso della ricerca italiana, ampiamente penalizzata da tagli ai finanziamenti e meccanismi interni che favoriscono il nepotismo e il baronatismo accademico, spingendo molti talenti a cercare fortuna altrove, con grande perdita per il paese.

Un aspetto significativo che il testo mette in evidenza è la sottovalutazione statistica del fenomeno, con gli enti italiani che registrano meno espatri ufficiali rispetto a quanto evidenziato dagli uffici esteri, a causa di una mancata o ritardata iscrizione all’AIRE.

Foti sottolinea inoltre come la mobilità giovanile, se da un lato è un’opportunità di crescita, dall’altro si trasforma spesso in un esodo forzato senza ritorno, poiché l’Italia non è in grado di offrire condizioni competitive per trattenere o rientrare i propri talenti. A questa perdita numerica e culturale si aggiunge il dato demografico drammatico del paese: da decenni segnato da un saldo naturale negativo e da un progressivo invecchiamento della popolazione, soprattutto nelle regioni del Sud.

Lo stile del libro è coinvolgente, con una narrazione che parte dall’esperienza personale dell’autore, arricchita da ricerche, analisi sociali e contributi di esperti. “Stai fuori!” è un appello urgente a riconoscere la gravità del problema e a cambiare rotta, promuovendo politiche pubbliche serie che valorizzino il merito, investano in istruzione, ricerca e occupazione giovanile e rendano l’Italia nuovamente un paese attrattivo per chi vuole costruire il proprio futuro.

In sintesi, questo saggio offre una fotografia dettagliata di un’Italia che “spinge i giovani ad andare via”, e lo fa con rigore scientifico, passione politica e una denuncia lucida di ciò che manca. Un contributo indispensabile per chi vuole comprendere la reale dinamica dell’emigrazione italiana contemporanea e riflettere sul futuro del paese.

Nuove regole cittadinanza italiana 2025 per expat e discendenti. Cosa cambia con il Decreto Legge 28 marzo 2025, n. 36

Novità sulla cittadinanza italiana per expat e discendenti

Il Decreto Legge 28 marzo 2025, n. 36, rappresenta un’importante riforma normativa in materia di cittadinanza italiana, con particolare attenzione ai casi di cittadini italiani nati all’estero e ai discendenti di italiani che vivono all’estero. La normativa è stata poi convertita con modificazioni nella Legge 23 maggio 2025, n. 74, in vigore dal 24 maggio 2025.

Principali novità introdotte

  • Preclusione all’acquisto automatico: Viene stabilita una limitazione all’acquisto automatico della cittadinanza italiana per chi nasce all’estero ed è già possessore di altra cittadinanza. In questi casi non è più scontato ottenere automaticamente la cittadinanza italiana, salvo che si rispettino alcune condizioni specifiche.
  • Condizioni per il riconoscimento della cittadinanza italiana: Sono previsti diversi casi in cui la cittadinanza può essere comunque riconosciuta, anche per chi è nato all’estero con altra cittadinanza, purché:
    • sia stata presentata una domanda entro il 27 marzo 2025 corredata dalla documentazione richiesta, oppure
    • si faccia ricorso a un accertamento giudiziale presentato nello stesso termine,
    • un ascendente di primo o secondo grado possieda o abbia posseduto esclusivamente la cittadinanza italiana,
    • oppure che un genitore o adottante sia stato residente in Italia per almeno due anni continuativi dopo aver acquisito la cittadinanza italiana e prima della nascita o adozione del figlio.
  • Dichiarazione di volontà per i minorenni: Per i figli minorenni di cittadini italiani per nascita che si trovano in possesso di altra cittadinanza, la dichiarazione per il riconoscimento della cittadinanza italiana potrà essere presentata fino al 31 maggio 2026.
  • Riduzione del requisito di residenza: Il periodo di residenza legale minimo richiesto in Italia da parte del genitore per la trasmissione della cittadinanza ai figli minorenni è stato ridotto da tre a due anni.

Impatto della riforma

Questa nuova disciplina mira a rendere più rigoroso il rapporto tra acquisizione della cittadinanza italiana e reale legame con lo Stato Italiano, limitando l’attuale meccanismo automatico previsto per i nati all’estero con doppia cittadinanza. La riforma intende quindi valorizzare il principio di effettività del vincolo con la Repubblica.

I cittadini italiani residenti all’estero e i loro discendenti dovranno prestare attenzione alle nuove scadenze per la presentazione delle domande di riconoscimento e prendere contatto con gli uffici consolari per procedere in tempo utile.


L’intero testo della legge e i dettagli tecnici sono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale e presso gli uffici consolari. Per ulteriori chiarimenti si consiglia di rivolgersi agli uffici competenti o a professionisti specializzati in diritto della cittadinanza,

Gli expat a Berlino: un’analisi della comunità internazionale presente nella capitale

Berlino è diventata negli ultimi anni un vero e proprio magnete per gli expat. La capitale tedesca attira persone da tutto il mondo e registra una costante crescita della popolazione straniera.

Evoluzione della comunità expat

Al 30 giugno 2024, a Berlino vivevano in totale 964.957 stranieri, con un aumento di 18.588 persone rispetto all’anno precedente. Questo dimostra la continua attrattività di Berlino per gli immigrati internazionali. La percentuale della popolazione con background migratorio è di circa il 25%.

Paesi di origine

La comunità expat a Berlino è estremamente diversificata:

Tra le nazionalità più rappresentate ci sono:

  • Turchia: Nonostante un trend in calo, la comunità turca rimane significativa

    Focus sulla comunità italiana

    La comunità italiana a Berlino ha vissuto una notevole crescita negli ultimi anni:

    Le zone residenziali popolari tra gli italiani sono:

    • Berlin-Mitte (oltre 5.000 italiani)
    • Prenzlauer Berg
    • Friedrichshain-Kreuzberg
    • “Kreuzkölln”
    • Schöneberg (in particolare a sud di Wittenbergplatz)

    I nuovi arrivati dall’Italia spesso preferiscono i quartieri alla moda come Boxhagener Platz, Traveplatz, Samariterviertel e Neukölln.