Rivolgiamo cinque brevi domande a Giulia Pastorella (+Europa)
Candidata alla Camera per +Europa con Emma Bonino per la circoscrizione Europa. Nata e cresciuta a Milano, ha conseguito una laurea a Oxford, e Master e PhD alla London School of Economics. Oltre ad essersi dedicata all’insegnamento universitario, ha lavorato come consulente di public affairs e collaborato con un think tank. Vive ora a Bruxelles dove è Responsabile Relazioni Istituzionali per HP (Hewlett Packard) per l’Unione Europea e l’Italia. Nel 2016 è stata selezionata da Forbes come una dei più influenti under 30 in Europa nel mondo della policy.
Perché hai deciso di candidarti con Più Europa?
Risvegliarmi a Londra, città in cui ho vissuto per 7 anni, la mattina dopo il referendum sulla Brexit mi ha fatto capire l’urgenza di impegnarsi in prima persona affinché il progetto europeo non solo vada avanti, ma soprattutto non torni indietro a causa di derive populiste. In +Europa ho trovato la lista liberale ed europeista che meglio rispecchia le mie convinzioni sui temi fondamentali di diritti civili e integrazione europea, oltre ad essere guidata da un leader come Emma Bonino la cui credibilità ed impegno politico sono indiscussi.
Qual è la tua idea di Unione Europea?
Ho sempre considerato l’Europa come una terra di opportunità, e l’Unione Europea come il sistema istituzionale che rende queste opportunità potenziali una realtà economica e politica. Un’integrazione sempre crescente accompagnata da un maggiore coinvolgimento dei cittadini e la capacità dell’Unione di assicurare che libertà e democrazia siano rispettati in ciascun stato membro: ecco la mia idea d’Europa.
Per che cosa ti batterai una volta eletta in Parlamento?
A livello fondamentale, per arginare le derive estremiste, xenofobe, populiste ed euroscettiche che si vedono nello scenario politico italiano pre-elettorale, qualunque forma esse prendano. Se mi sarà data la possibilità, cercherò di implementare il più possibile il programma di +Europa di razionalizzazione della spesa pubblica e per una gestione più trasparente ed efficiente del paese, dal sistema giudiziario a quello sanitario e dell’istruzione, passando per temi a me particolarmente cari come le possibilità date dal piano Industria 4.0 come chiave di volta di un rilancio economico di investimenti nel paese.
Cosa andrebbe cambiato nelle istituzioni europee?
Andrebbe rilanciata la proposta di liste transnazionali per l’elezione del parlamento Europeo, il Presidente della Commissione europea dovrebbe essere eletto a suffragio universale e il Consiglio dei ministri dovrebbe diventare un Senato a elezione diretta. Il budget europeo, al momento attorno all’1% del PIL europeo, dovrebbe essere incrementato al 4-5%, per permettere non solo una migliore implementazione di iniziative nelle aree di competenza UE come la ricerca, ma anche per quelle funzioni che in un mondo globale hanno senso solo a livello sovra nazionale, come difesa e diplomazia.
Perché gli italiani all’estero dovrebbero votarti? In che modo potresti contribuire a migliorare la loro condizione di italiani all’estero?
L’obiettivo é di migliorare la condizione di italiani punto – che siano all’estero, che ritornino in Italia, o che continuino a stare in Europa. Il programma di +Europa mira a rendere il paese Italia più sostenibile economicamente e più in linea con i partner europei virtuosi in termini di diritti, in modo che i miei connazionali non debbano più dire: sono scappato per mancanza di opportunità, o non torno perché non credo ci siano le condizioni adatte. Avendo passato metà della mia vita in Europa, so bene che spesso la mobilità in Europa é sentita come una condanna invece che un vantaggio, e io mi adopererò affinché questo non sia più così.
Intervista realizzata da Davide Miraglia il 18 febbraio 2018