Nel sud-est di Berlino molti residenti devono ancora fare i conti con l’assenza di elettricità. «Non contiamo di riuscire a completare i lavori già oggi», ha dichiarato martedì a mezzogiorno Erik Landeck, direttore generale di Stromnetz Berlin. Gli interventi tecnici potranno infatti iniziare solo una volta concluse le operazioni della polizia.
Mentre circa 15.000 abitazioni sono già tornate ad essere collegate alla rete, a circa 35.000 utenti tocca invece dover attendere ancora. I vigili del fuoco e l’ufficio distrettuale di Treptow-Köpenick stanno cercando soluzioni temporanee per affrontare l’emergenza.
L’interruzione della corrente è stata causata da un incendio doloso appiccato a due tralicci dell’alta tensione nel quartiere di Berlin-Johannisthal, che ha distrutto numerosi cavi della rete elettrica cittadina.
Sulla piattaforma Indymedia è comparsa oggi una rivendicazione firmata da alcuni anarchici, nella quale si legge: «Questo sabotaggio non intende solo colpire e disturbare i nemici della libertà, ma vuole essere anche un appello a estendere l’azione offensiva, in particolare questa forma di azione che provoca un’interruzione effettiva del sistema».
Le indagini sono tuttora in corso per verificarne l’autenticità, ma fin da subito gli investigatori hanno evidenziato come si tratti di un atto di sabotaggio premeditato con motivazioni politiche.
Il guasto riguarda anche le comunicazioni: il numero di emergenza risulta al momento compromesso.
Oggi, 9 settembre 2025, una vasta area nel sud-est di Berlino ha subito un blackout che ha colpito circa 50.000 abitazioni e molte imprese. La causa è stata un incendio doloso su due tralicci ad alta tensione nel quartiere di Johannisthal. La polizia sospetta un atto motivato politicamente e ha incaricato il reparto speciale delle indagini. Il fuoco è stato spento, ma molti semafori e tram sono rimasti fuori servizio. La fornitura di energia elettrica viene ripristinata gradualmente, ma la situazione resta critica
Tesla sta attualmente costruendo un nuovo centro di sviluppo a Berlino-Köpenick, che diventerà il fulcro europeo della ricerca e dell’innovazione dell’azienda. Verrà ristrutturato un ex stabilimento di circa 20.000 metri quadrati per ospitare la ricerca su auto elettriche, batterie e infrastrutture di ricarica.
L’investimento previsto da Tesla ammonta a diverse decine di milioni di euro. Nel centro lavoreranno inizialmente 130 ingegneri e tecnici già impiegati a Grünheide e in altre sedi di Berlino; nel medio periodo il numero di dipendenti salirà a 250.
L’inaugurazione ufficiale è programmata per il 2026, dopo il completamento dei lavori e delle autorizzazioni necessarie. La scelta di Köpenick è motivata dalla vicinanza sia alla Gigafactory di Grünheide, sia al mondo accademico berlinese, oltre alla buona disponibilità energetica.
Con questo nuovo centro, Tesla punta ad accelerare l’innovazione in Europa, concentrandosi in particolare sui modelli di auto più accessibili e sulle nuove tecnologie di ricarica elettrica.
Giovedì 11 settembre 2025 si svolgerà in tutta la Germania un test di allarme chiamato “Bundesweiter Warntag”. Dalle ore 11:00, suoneranno le sirene e verranno inviate notifiche di allerta tramite radio, televisione, app di avviso e SMS – si tratta esclusivamente di una prova, non di una vera emergenza.
L’11 settembre 2025, dalle ore 11, avrà luogo in Germania un grande test del sistema di allarme per la protezione civile. Le sirene suoneranno, i telefoni cellulari e le radio trasmetteranno avvisi, e anche le app di allarme come NINA e KATWARN invieranno notifiche di prova. Non si tratta di una vera emergenza, ma di una simulazione nazionale volta a verificare il funzionamento dei sistemi di avviso e sensibilizzare la popolazione.
Si consiglia di non spaventarsi, ma di cogliere l’occasione per familiarizzare con i segnali di allarme e installare le app di avviso sul proprio smartphone. Verso le 11:45 verrà inviata una notifica di fine prova tramite gli stessi canali.
In Germania da alcuni anni si discute intensamente sul futuro del servizio militare. Alla luce delle crisi globali, della guerra di aggressione russa contro l’Ucraina e di una crescente incertezza nell’architettura della sicurezza internazionale, anche la Repubblica Federale si sente chiamata a rivalutare la propria capacità di difesa. In questo contesto ritorna al centro del dibattito la questione di un possibile ripristino della leva obbligatoria o, quantomeno, dell’introduzione di una visita di leva obbligatoria.
Situazione attuale: servizio militare volontario
Il servizio militare classico è stato sospeso in Germania nel 2011. Da allora esiste soltanto il servizio militare volontario, a cui possono aderire giovani uomini e donne dopo la scuola, scegliendo di prestare servizio per alcuni mesi nella Bundeswehr. Questo modello ha sì offerto la possibilità di far conoscere la vita militare ai cittadini interessati, ma ha risolto solo in parte i problemi di personale delle forze armate.
Il dibattito sulla visita di leva
In politica e negli ambienti della sicurezza si riflette ora su una reintroduzione della visita di leva obbligatoria. Ciò significherebbe che tutti i giovani adulti – indipendentemente dal fatto che intendano o meno prestare servizio – dovrebbero sottoporsi a un accertamento medico e a una registrazione ufficiale. L’obiettivo è ottenere un quadro realistico della disponibilità e dell’idoneità operativa dei giovani in Germania.
Mentre il servizio militare vero e proprio dovrebbe rimanere volontario, la visita di leva obbligatoria costituirebbe una base vincolante in caso di emergenza: lo Stato disporrebbe in ogni momento di una panoramica del potenziale di persone idonee alla difesa.
Uno sguardo al futuro
Resta incerto se la Germania introdurrà effettivamente l’obbligo generale alla visita di leva. È però chiaro che il tema della leva obbligatoria non è affatto chiuso. La politica deve trovare un modo per ridefinire l’equilibrio tra libertà individuale e sicurezza collettiva.
La visita di leva obbligatoria – accanto a un servizio militare che resta volontario – potrebbe rappresentare un compromesso: lo Stato si prepara a fronteggiare le emergenze, senza obbligare immediatamente i cittadini al servizio armato.
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