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Dokumentale 2025: International Documentary and Media Festival Berlin

Dal 12 al 22 giugno 2025, Berlino si trasforma nuovamente in un centro per l’arte narrativa documentaria: la Dokumentale torna per la sua seconda edizione e presenta un programma variegato che spazia dai documentari ai nuovi media, podcast, fotografia, esperienze VR e letture di saggistica.

Inaugurazione del festival e varietà del programma

Il festival inizia con un entusiasmante weekend agli Atelier Gardens di Tempelhof, uno dei più antichi studi cinematografici d’Europa. Qui si incontrano proiezioni open-air, letture sulla terrazza panoramica, showcase interattivi negli studi storici, podcast dal vivo e un programma speciale per bambini e ragazzi. I visitatori possono non solo assistere a produzioni cinematografiche internazionali, ma anche partecipare attivamente a discussioni e workshop.

Dal 16 giugno, la Dokumentale si diffonde in tutta la città: cinema, musei e club come Kunsthaus Dahlem, Dragonerareal, Kater Blau e Tresor diventano sedi del festival. Con le cosiddette D’Lounges, la Dokumentale porta film, musica e performance negli spazi pubblici – tra cui DJ set e performance artistiche.

Temi principali e premi

Nel 2025 il festival pone particolare attenzione ai giovani spettatori: oltre alle proiezioni scolastiche e al cinema illustrato, per la prima volta ci sarà una sezione dedicata ai film per bambini e workshop interattivi. Il programma comprende oltre 40 film internazionali, nove letture, dieci podcast dal vivo, sette esperienze VR e diverse mostre di fotografia e videoarte.

La Dokumentale assegna premi in quattro categorie:

  • Miglior documentario
  • Miglior podcast
  • Migliore esperienza VR
  • Miglior saggio

Piattaforma professionale e scambio

Il programma professionale D’Hub offre panel, workshop e eventi di networking per il settore. Un elemento centrale è The Good Media Pitch, che mette in contatto progetti con esperti e organizzazioni della società civile.

Biglietti e partecipazione

I biglietti sono disponibili come singoli, carnet da 5 o pass festival – inclusa l’opzione streaming da casa. Sono previsti prezzi ridotti per studenti e scolari.

Per vedere il programma consultare la pagina della Dokumentale

L’amore proibito – Vittime queer della dittatura nazista

Da oggi, 16 gennaio, la mediateca della ZDF presenterà un documentario sulla vita della comunità LGBTI durante l’epoca nazionalsocialista. Il documentario si intitola Verbotene Liebe – Queere Opfer der NS-Diktatur (tradotto: L’amore proibito – Vittime queer della dittatura nazista) sarà trasmesso anche su ZDFinfo il 27 gennaio, in occasione della Giornata internazionale della memoria delle vittime dell’Olocausto.

Il documentario di 45 minuti di Sebastian Scherrer mostra come i nazisti inasprirono le pene e terrorizzarono le persone omosessuali. Esso non solo fa luce sui destini dei tre protagonisti queer Elli Smula, Liddy Bacroff e Rudolf Brazda, ma include anche le voci di storici e volti noti.

A proposito degli eventi del documentario, il protagonista del leggendario film Die Mitte der Welt, Jannik Schümann, dice: “Sono tutti destini che devono essere ascoltati”. “Dopo tutto, le storie delle vittime omosessuali della persecuzione non sono ancora state rese pubbliche”.

Jannik Schümann è affiancato dalle attiviste Julia Monro e Kerstin Thost. Tuttavia, non si limitano a commentare gli eventi, ma vanno alla ricerca di indizi negli archivi e parlano con diversi storici.

Il documentario non costringe i protagonisti al ruolo di vittime. Tutti e tre assumono la “paternità” di uno dei protagonisti per far luce sul loro destino. Tra questi Elli Smula, perseguitata in quanto lesbica, Liddy Bacroff, perseguitata dalle autorità in quanto “travestita”, e Rudolf Brazda, imprigionato nel campo di concentramento di Buchenwald a causa della sua omosessualità.

All’epoca, furono oltre 50.000 le persone omosessuali perseguitate, molte delle quali furono soppresse, imprigionate o uccise. Ma per quanto crudele sia stato il periodo nazista per le persone LGBTI, il documentario dimostra che alcuni sono riusciti a vivere la propria identità e ad affermarsi durante l’epoca nazista nonostante le circostanze più avverse.

E sebbene i protagonisti siano stati di fatto “vittime” del regime nazista, il documentario non li presenta nel ruolo di vittima”, ma come persone sicure di sé che hanno rifiutato di essere cambiate dal regime nazista.

Oltre alle vicende di Smula, Bacroff e Brazda, vengono messi in evidenza anche altri destini dell’epoca nazista, come quello del leader delle SA Ernst Röhm. L’ufficiale omosessuale fu assassinato nel 1934 per ordine di Adolf Hitler.

Anche Magnus Hirschfeld, ricercatore sessuale che si batté per la depenalizzazione dell’omosessualità, viene commemorato. Per i suoi sforzi fu punito dal regime nazista, con l’assalto al suo istituto.

Il documentario di ZDFinfo riesce a trovare il giusto equilibrio tra il racconto di storie personali e l’informazione fattuale sull’epoca nazista. Oltre ai protagonisti, vengono mostrati anche documenti storici da cui emergono prove scioccanti.

All’epoca, gli atti sessuali tra uomini erano etichettati come “fornicazione” e l’omosessualità come “epidemia pubblica”. Gli uomini omosessuali nel campo di concentramento erano pubblicamente stigmatizzati dal cosiddetto “triangolo rosa”. L’esperta ceca dell’Olocausto Anna Hájková sintetizza bene questo aspetto: “Le persone omosessuali incarnavano tutto ciò che i nazisti odiavano”.

Infine, si fa riferimento alla situazione delle persone queer di oggi, in quanto l’odio è di nuovo in aumento. Il documentario si conclude quindi con una frase ad effetto: l’amore non deve mai più diventare un crimine.