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Klaus Mann su Berlino

„Ich bin Babel, die Sünderin, das Ungeheuer unter den Städten. Sodom und Gomorra waren nicht halb so verderbt, nicht halb so elend wie ich! Nur hereinspaziert, meine Herrschaften, bei mir geht es hoch her, oder vielmehr, es geht alles drunter und drüber. Das Berliner Nachtleben, Junge-Junge, so was hat die Welt noch nicht gesehen! Früher mal hatten wir eine Armee, jetzt haben wir prima Perversitäten! Laster noch und noch! Kolossale Auswahl! Es tut sich was! Das muß man gesehen haben!“

Klaus Mann: „Der Wendepunkt“ (1953)

Le lancette dell’est

“Fra le differenze linguistiche del tedesco dell’est e dell’ovest, per certi versi ascrivibili alle variazioni idiomatiche regionali, ve n’è una che sembra non avere analogie altrove e che di fatto, pur essendo presente anche in alcune regioni austriache e della Germania meridionale, può essere intesa come variante tipica del tedesco orientale e occidentale: la lettura dell’ora. Se alle 10.45 si chiede l’ora a un Ostdeutsche, molto probabilmente ci si sentirà rispondere «Drei Viertel Elf» (tre quarti delle undici); se la si chiede invece a un tedesco occidentale la risposta sarà «dieci e quarantacinque» o «un quarto alle undici». Analogamente, alle 10.15, l’uno risponderebbe «Ein Viertel Elf» (un quarto delle undici) e l’altro «un quarto dopo le dieci». Il primo sistema di leggere l’orologio, quindi, interpreta i quindici minuti nella prospettiva dell’ora seguente non solo nella seconda metà, come avviene pure nella prassi italiana ma anche nella prima; motivo per cui a tale tecnica possiamo attribuire il nome di «anticipatoria»”.

„Spazi di memoria nella Berlino post-socialista“ – Liza Candidi T.C.

Gli stranieri nella DDR

„La maggioranza degli stranieri presenti nella DDR (nel 1989 erano 192.000, l’1,2% della popolazione) proveniva soprattutto dei paesi socialisti dell’ex Terzo Mondo. In ordine i gruppi più numerosi erano quelli vietnamiti, polacchi, mozambicani, cubani e angoletti. Gli oltre 360.000 sovietici non erano inclusi nella statistica degli <stranieri>. La politica migratoria della DDR era alquanto controversa: non era prevista un’integrazione e contatti con la popolazione locale venivano evitati anche per motivi politici“. 

„Spazi di memoria nella Berlino post-socialista“ – Liza Candidi T.C.

Sulla lingua tedesca

“Nel suo celebre libro sulla Germania, De l’Allemagne, Madame De Staël, racconta quanto fosse difficile per lei conversare in tedesco: <<a causa della natura stessa della costruzione grammaticale il senso di solito è capito solo alla fine della frase. Così il piacere dell’interrompere, che rende la discussione talmente animata in Francia, […] non esiste in Germania poiché l’inizio delle frasi non significa nulla, e bisogna lasciare a tutti lo spazio di cui hanno bisogno. È utile per meglio capire la sostanza delle cose, ed è anche più civile; ma senz’altro meno pungente>>”.

da “Germania, questa sconosciuta” – Beda Romano