«Anche questa “repubblica pontificia” ha avuto e avrà
la sua funzione storica; sta a noi far sì che essa sia una
fase soltanto transitoria di un’evoluzione in corso;
sta a noi impedire che la rete degli interessi creati…
trasformi stabilmente questa democrazia appena nata
in cronica tirannia confessionale e in dittatura guelfa»
Piero Calamandrei (1950)
A Roma, il 20 settembre 1870, l’esercito italiano guidato dal generale Cadorna, assediò Roma aprendo una breccia nelle mura aureliane all’altezza di Porta Pia. Con la presa di Roma, dopo più di 1000 anni (esattamente dal 756), si sancì l’annessione di Roma al Regno di Italia decretando così la fine del dominio temporale dei papi e quindi dello Stato Pontificio. Venuta meno la protezione francese, a Pio IX non restò che rifugiarsi in Vaticano e dichiararsi prigioniero politico dello Stato italiano. L’anno successivo la capitale d’Italia fu trasferita da Firenze a Roma e contemporaneamente esplose così la cosiddetta questione romana, che perdurò fino alla sottoscrizione dei Patti Lateranensi del 1929. Il 20 settembre è stato celebrato ufficialmente, come festa nazionale, solo per pochi anni. Istituita nel 1895 da Francesco Crispi, fu abrogata nel 1930, dopo i Patti Lateranensi (consistenti in due accordi: un trattato e un concordato) sottoscritti dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Gasparri per la Santa Sede e Benito Mussolini. Il seguito lo riassume molto bene Ernesto Rossi ne «Il nostro XX settembre» (discorso pronunciato a Firenze il 20 settembre 1959 e pubblicato nello stesso anno da «Il Ponte» e incluso anche in «Pagine anticlericali», Samonà e Savelli 1966, e in «Nuove pagine anticlericali», Kaos 2002):
«Liquidati tutti i partiti di opposizione, assassinati, o comunque tolti di mezzo per molti anni – col carcere, l’esilio, il confino – i leader dell’antifascismo, Mussolini aveva lasciato in piedi solo le organizzazioni dell’Azione cattolica, riconosciute dal Concordato, agli ordini della gerarchia ecclesiastica, e sotto la presidenza di una persona scelta dal papa. Queste organizzazioni sono state le naturali eredi del “regime”, le feconde incubatrici della Dc. E’ questa la fondamentale ragione del successo politico dei clericali dopo il 1945; e questo spiega la permanente riconoscenza verso il fascismo di quasi tutti i monsignori del Vaticano e di tanti maggiorenti democristiani (…).
Da diverse parti, e specialmente da parte dei socialisti, venne messo in rilievo che cancellare la festa del 20 settembre significava rinnegare – come l’aveva rinnegato Mussolini – il Risorgimento. Era vero. Ma attraverso l’art. 7, approvato dalla Costituente con i voti determinanti dei comunisti, l’Antirisorgimento era già nella Carta Costituzionale della Repubblica italiana. Per il Partito comunista parlò l’on. Marchesi. Fece un bel discorso, e concluse dicendo: “Sia celebrata la giornata della Conciliazione, ma non si cancelli il 20 settembre”. Mussolini era più logico. Non era possibile dichiarare contemporaneamente festività nazionale la data in cui viene esaltato il libero pensiero, il principio della laicità dello Stato, e la data più significativa del clericofascismo; quella che rappresentava l’affermazione del principio dello Stato confessionale. Può commemorare il 20 settembre solo chi vuole abolire il “Concordato” (…).
Noi non sentiamo oggi alcun bisogno di un riconoscimento ufficiale del 20 settembre. Anzi speriamo che il sindaco Cioccetti si sia dimenticato quest’anno di mandare la corona d’alloro a Porta Pia per il Comune di Roma. Sarebbe un equivoco di meno. Il 20 settembre è un giorno nostro: non è il giorno dei clericali e dei fascisti. Il giorno loro è l’11 febbraio, quando l’uomo della Provvidenza, che – secondo quanto disse Pio XI – “non aveva le preoccupazioni della scuola liberale”, firmò quel Concordato che le stesso pontefice riconobbe “sarebbe stata follia sperare” dai precedenti governi».
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Per un approfondimento:
la puntata di “La presa di Porta Pia del 20 settembre 1870, la Chiesa, Ernesto Rossi, l’anticlericalismo radicale” di lunedì 20 settembre 2021 condotta da Aurelio Aversa su Radio Radicale .
Tra gli argomenti discussi: Anticlericalismo, Cattolicesimo, Chiesa, Ernesto Rossi, Istituzioni, Italia, Laicita’, Partito Radicale, Politica, Religione, Risorgimento, Roma, Stato, Storia.