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Tassazione per gli italiani residenti all’estero: cosa sapere

La fiscalità per gli italiani residenti all’estero è un tema complesso che richiede attenzione a diversi aspetti, inclusi i criteri di residenza fiscale, la durata del soggiorno all’estero e le soglie di reddito rilevanti. Ecco una panoramica per chiarire i punti principali.

Quando si è soggetti all’imposizione fiscale in Italia o all’estero?

La residenza fiscale determina dove un contribuente deve pagare le imposte. Secondo l’art. 2 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), una persona è considerata fiscalmente residente in Italia se, per la maggior parte del periodo d’imposta (183 giorni o 184 negli anni bisestili), soddisfa almeno uno dei seguenti criteri:

  • se è iscritta all’anagrafe della popolazione residente in Italia
  • se ha il domicilio in Italia (inteso come sede principale degli affari e interessi)
  • se ha la residenza in Italia (luogo di dimora abituale).

Se questi requisiti non sono soddisfatti e il contribuente si iscrive all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), è considerato fiscalmente residente all’estero, a condizione che dimori effettivamente fuori dall’Italia per almeno 183 giorni l’anno.

Soglie di tempo rilevanti ai fini fiscali

La durata del soggiorno è cruciale per determinare la residenza fiscale. Per essere considerati residenti fiscali all’estero, bisogna:

  • risiedere e dimorare abitualmente all’estero per almeno 183 giorni l’anno.
  • iscriversi all’AIRE per lo stesso periodo.

L’iscrizione all’AIRE da sola non basta: l’Agenzia delle Entrate verifica l’effettiva permanenza all’estero attraverso controlli incrociati, come lo scambio di informazioni fiscali con altri Paesi .

Soglie di reddito rilevanti

Non esiste una soglia di fatturato specifica che determini automaticamente la tassazione in Italia o all’estero. Tuttavia:

Inoltre, per evitare la doppia imposizione, esistono convenzioni bilaterali tra l’Italia e altri Paesi che regolano la tassazione dei redditi esteri e consentono il credito d’imposta per le imposte già pagate all’estero.

Cosa succede se si rientra in Italia?

Chi rientra in Italia dopo un periodo di residenza fiscale all’estero può beneficiare di regimi agevolati. Ad esempio, i lavoratori altamente qualificati possono ottenere una riduzione della tassazione fino al 50% del reddito imponibile per un periodo limitato, purché rispettino determinati requisiti.

Consigli pratici

Per evitare problemi con il fisco italiano o estero, ecco alcune raccomandazioni:

  • Iscrizione all’AIRE: è obbligatoria per chi risiede stabilmente all’estero
  • Documentazione: conservare prove della propria permanenza all’estero (contratti di lavoro, affitti, bollette)
  • Doppia imposizione: verificare se esistono convenzioni fiscali tra l’Italia e il Paese estero
  • Consulenza fiscale: rivolgersi a un esperto per gestire situazioni complesse, come redditi prodotti in più Paesi.

La fiscalità internazionale può risultare intricata, ma comprendere i criteri fondamentali aiuta a evitare errori e sanzioni. Essere consapevoli delle regole sulla residenza fiscale e sulle soglie temporali è essenziale per una corretta gestione dei propri obblighi tributari.

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Il contenuto del presente articolo ha scopo puramente informativo e generale. Non costituisce in alcun modo consulenza fiscale, legale o professionale personalizzata. Si declina ogni responsabilità per eventuali errori, omissioni o interpretazioni errate delle informazioni fornite.Si raccomanda vivamente di rivolgersi a un commercialista o a un consulente fiscale qualificato per analizzare la propria situazione specifica e ottenere indicazioni precise in merito agli obblighi fiscali, sia in Italia che all’estero. Le normative fiscali possono variare e subire modifiche, pertanto è essenziale affidarsi a un esperto per evitare errori o sanzioni. L’autore e i soggetti collegati al presente articolo non possono essere ritenuti responsabili per eventuali conseguenze derivanti dall’uso delle informazioni qui riportate.

Sanzioni più severe per la mancata iscrizione all’A.I.R.E.

Con la legge n. 213, art. 1, comma 242 del 30 dicembre 2023, entrata in vigore a gennaio del 2024, sono state introdotte nuove misure riguardo alle iscrizioni all’AIRE, ovvero il registro dei cittadini italiani residenti all’estero.

La novità più rilevante riguarda le sanzioni previste per la mancata iscrizione. Esse possono variare tra i 200 e i 1000 euro per ogni anno di mancata iscrizione, per un massimo di 5 anni.

La nuova sanzione è più elevata rispetto a quella precedente, che comunque veniva raramente applicata anche perché la legge attribuiva l’onere ma non la remunerazione al Comune di precedente residenza.

L’iscrizione all’AIRE è un diritto-dovere dei cittadini italiani residenti all’estero e costituisce il presupposto per usufruire di numerosi servizi consolari, come tra le altre cose:

  • il rilascio di documenti di identità e di stato civile;
  • l’assistenza in caso di emergenza;
  • l’esercizio del diritto di voto;
  • la tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini italiani all’estero.

La mancata iscrizione all’AIRE. può comportare una serie di conseguenze negative per i cittadini italiani residenti all’estero, tra cui:

  • la difficoltà di usufruire dei servizi consolari;
  • la perdita del diritto di voto;
  • la difficoltà di dimostrare la propria residenza all’estero.

Pertanto, è importante che i cittadini italiani residenti all’estero provvedano a effettuare l’iscrizione all’AIRE. entro 90 giorni dal trasferimento all’estero.