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Trattenimenti dei migranti in Albania non convalidati

La Corte d’Appello di Roma ha deciso di non convalidare il trattenimento dei 43 migranti trasferiti nel centro di permanenza per il rimpatrio (CPR) di Gjader, in Albania. Questa decisione rappresenta un nuovo capitolo nel dibattito sull’efficacia e la legittimità della strategia del governo italiano per la gestione dei flussi migratori, che prevede il trasferimento dei richiedenti asilo in Albania come parte di un accordo bilaterale.

La decisione della Corte

I giudici hanno sospeso il giudizio in attesa della pronuncia della Corte di Giustizia Europea, prevista per il 25 febbraio, sulla questione dei cosiddetti “Paesi sicuri”. Secondo quanto stabilito dalla Corte d’Appello, l’impossibilità di rispettare i termini legali per la convalida del trattenimento (48 ore dal fermo e ulteriori 48 ore per la convalida) ha reso necessaria la liberazione dei migranti. Di conseguenza, i 43 cittadini – principalmente provenienti da Egitto e Bangladesh – saranno riportati in Italia entro domenica 2 febbraio.

Un precedente consolidato

Questa è la terza volta che i giudici italiani respingono il trattenimento nei centri albanesi. Già in ottobre e novembre 2024, decisioni analoghe avevano portato alla liberazione di altri gruppi di migranti. Nonostante il governo Meloni abbia modificato le procedure trasferendo la competenza dai tribunali civili alle Corti d’Appello, l’esito non è cambiato. I magistrati hanno ribadito che l’accordo con l’Albania non può superare i limiti imposti dal diritto europeo e italiano, soprattutto in relazione alla protezione internazionale e ai diritti umani.

Le critiche alla strategia del governo

La mancata convalida rappresenta un duro colpo per il governo italiano, che aveva promosso l’accordo con l’Albania come una soluzione innovativa per gestire i flussi migratori. Tuttavia, associazioni e ONG hanno denunciato ripetutamente le violazioni dei diritti fondamentali derivanti da questa pratica, sottolineando come le procedure accelerate compromettano il diritto alla protezione internazionale. Inoltre, la scelta di trasferire i richiedenti asilo fuori dall’Italia è stata definita arbitraria e inefficace.